AGI - "Che a Cremona l'imprenditore della vigilanza privata Carlo D.N. si sia portato dalla Puglia per tentare il tutto per tutto e rifarsi una verginità era cosa che ci era ben chiara. Che stia tentando di farlo strumentalizzando addirittura Falcone e Borsellino, commissionando un enorme murales sul muro di una carrozzeria, è cosa che ripugna". Cosi', in una nota, Vincenzo del Vicario, il segretario nazionale del Savip, il sindacato delle guardie giurate.
"La sua società cosentina, Pegaso, naviga in pessime acque: i lavoratori (circa 1000), e con essi molti altri creditori, non ricevono più regolarmente il dovuto e, cosi', a Milano si è aperto un procedimento di liquidazione giudiziale (P.U. n. 155-2/2025 del 5 giugno 2025). Il commissario giudiziale, nella riunione del 2 settembre u.s., ha riferito ai sindacati che l'attuale esposizione debitoria della Pegaso è di circa 30 milioni di euro.
La sede dell'Altair, già società a r.l. cremonese (Vcc), viene fissata a Roma e l'Altair - di cui è amministratore lo stesso imprenditore e proprietaria sua moglie -, acquisisce il ramo d'azienda 'vigilanza privata' dalla Pegaso non senza girandole di conti correnti su cui far accreditare le somme dovute dai debitori. In questa cornice di continui espedienti dilatori, ove tanti stanno da tempo inseguendo finanziariamente la Pegaso, manca solo la 'benedizione' della Prefettura di Cremona, dalla quale D. N. pretende una 'voltura' della licenza di polizia di vigilanza privata a favore di Altair - aggiunge -.
L'imprenditore che cede a se stesso, insomma! Commissionare il murales di Falcone e Borsellino a Cremona appare, così, oltre che esercizio di grande ipocrisia, uno smaccato tentativo di accreditarsi agli occhi dell'opinione pubblica locale per quel che non si è. Se i soldi spesi per il murales fossero stati destinati dall'imprenditore a pagare i lavoratori e i creditori siamo certi che Falcone e Borsellino, da lassù, invece di restarne offesi, ne avrebbero davvero gioito".