Regionali, ecco perché Conte e Schlein hanno già perso in partenza

Scritto il 05/09/2025
da Gabriele Laganà

Le elezioni Regionali stanno creando più problemi ai due leader progressisti che alla coalizione di centrodestra. Ecco perché

Che la sinistra giallo-rossa-verde si metta l’anima in pace. Le Regionali che si terranno nelle prossime settimane, a cominciare dalle Marche, non sono un test sul governo Meloni. L’esecutivo è solido perché la maggioranza di centrodestra, a parte delle normalissime discussioni al proprio interno, è compatta. Tutt’altro si può dire dell’opposizione che si divide un giorno sì e l’altro pure su temi delicati come esteri e politiche economiche.

Trasformare un voto, qualsiasi esso sia, in una sorta di avviso di sfratto per il governo pare stia diventando un’abitudine. I progressisti ci hanno tentato sul finire della scorsa primavera quando si votavano i referendum sul lavoro e cittadinanza che non hanno raggiunto il quorum. Basti pensare a quanto disse Elly Schlein ad urne chiuse. La leader del Pd aveva affermato che "oltre 14 milioni" sono andati alle urne, "più di quelli che hanno votato la destra" mandando la premier Meloni al governo. Contenta lei. L’ormai imminente voto delle Regionali, però, vede Giuseppe Conte, leader del M5s, e proprio la Schlein già sconfitti, seppur per motivi diversi. Sembra strano ma è proprio così.

Ma andiamo in ordine e partiamo dal leader pentastellato. Se Conte aspira a diventare leader dell’intero campo largo e, di conseguenza, possibile candidato premier della coalizione progressista alle Politiche del 2027 al posto della Schlein ha compiuto un grande errore tattico. Un errore che si chiama Marche. Sì, perché nella Regione dell’Italia centrale che sarà chiamata al voto a fine di questo mese il M5s ha stretto un accordo di coalizione con il resto della sinistra. La questione non è l’appoggio a Matteo Ricci in quanto indagato nell’ambito dell’indagine per corruzione sugli affidamenti del Comune a due associazioni no profit. Il punto è che se il candidato progressista dovesse vincere, la figura della Schlein ne uscirebbe rafforzata. Quest’ultima pare convinta di vincere nelle Marche, in Toscana, in Puglia e in Campania (non in Veneto e Calabria).

Con un bel 4-2, peraltro strappando una Regione al meloniano Acquaroli, le sarebbe molto più facile rivendicare il ruolo di leadership nella coalizione. E questo a discapito proprio di Conte. In pratica il M5s avrebbe fornito un prezioso assist ai dem. Se, invece, l’esponente del Pd dovesse perdere la Schlein sarebbe sì in difficoltà ma sullo stesso piano viaggerebbe anche Conte. E questo perché si dimostrerebbe l’inefficacia dell’accordo tra giallo-rossi. In altre parole, i pentastellati uscirebbero dalle urne pesantemente ridimensionati. Per Conte sarebbe difficile aspirare al ruolo di leader della coalizione progressista. In pratica qualsiasi sia il risultato del voto, per Conte si mette male.

Ma allora alla Schlein va tutto bene? Non proprio. Quest’ultima ha già subito una sconfitta personale ancora prima del voto sul fronte cacicchi. Secondo quanto riportano da settimane numerosi e autorevoli siti di informazione, la segretaria nazionale del Pd avrebbe fatto un accordo con Vincenzo De Luca, governatore della Campania e figura di spicco dei dem, per le Regionali proprio della Campania.

Il pentastellato Roberto Fico con ogni probabilità sarà il candidato presidente in cambio del via libera al ruolo di segretario regionale per Piero De Luca, figlio dello "sceriffo" (non più ricandidabile). Quest’ultimo avrebbe (il condizionale è d’obbligo) anche chiesto la formazione di una lista civica a suo nome. Vero? Falso? De Luca nei giorni scorsi ha smentito l’accordo con la Schlein. Fatto sta che proprio la Schlein ha comunque dovuto trattare con De Luca, padre, per il candidato in Campania. E De Luca è uno dei cosiddetti "cacicchi" che la leader dem voleva cancellare dal Pd. Gli anti-De Luca, come Sandro Ruotolo, sono stati sconfitti. Ma pur di vincere va bene tutto.

Ora la parola passa agli elettori. Saranno loro a decidere chi governerà Regioni come Campania, Calabria, Marche, Puglia, Toscana e Veneto.